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| Ho preferito platinare tutti e tre i giochi prima di levarmi sto peso dalla testa e discutere qui, fra me e me, di questo nuovo (vecchio) Spyro, che non facevo più entrare nella mia vita di videogiocatore da tipo più di quindici anni.
Per la precisione, dall'epoca del primo Spyro per Play 2, che ho scoperto poco temo fa essere veramente un aborto mal riuscito, un titolo sviluppato male e pensato male, che sulla console di Sony è arrivato come una ciofeca fatta e finita.
Il che mi lascia una bella sensazione, dal momento che non solo lo avevo comprato, non solo avevo provato a giocarci, ma lo avevo anche abbandonato in quanto non riuscivo a passare sopra a tutte le magagne a cui il titolo stesso sembrava aggrappato con le unghie. Quindi, meglio cosi.
Per tacere della mia piccolissima parentesi, anno 2010, con lo Spyro del futuro, quello che poi sarebbe entrato di peso in Skylander.
Dunque, tornando indietro nel tempo, quali sono le sensazioni che mi ha lasciato? Prima di tutto, un'incredibile botta di feels fin troppo giustificata. Da quello che posso ricordare, praticamente tutto è uguale a vent'anni fa. Livelli, situazioni, nemici, enigmi. Qualcosa è stato ovviamente modificato perché letteralmente fuori da ogni logica visto il progredire del media (un livello nel primo Spyro in cui bisognava inseguire un ladro, che ricordo ostico a qualsiasi età) ma a grandi linee si può rigiocare al primo Spyro cosi come era stato creato in origine. E in buona sostanza, anche i due capitoli successivi, che non mostrano grandi differenze dall'originale.
Cosa rimane quindi, tolta l'ovvia grafica adattata per il 2018? E' strano, ma giocando ho scoperto come fra questa Trilogy e quella di Crash sia proprio quest'ultima a uscirne con le ossa rotte. Senza nulla levare al titolo Naughty Dog, il drago è stato protagonista di storie molto semplici, ma in grado di contribuire a far sognare bambini e ragazzi. Che era poi uno degli obiettivi della prima Playstation.
Nel primo gioco la trama è pressoché inesistente, ma funziona. Nasty Gnorc trasforma i draghi più anziani in statue di cristallo, e tocca a Spyro salvarli in giro per i mondi. E ogni mondo è a se, e non sembra un'area di medie dimensioni in cui cercare le gemme e uccidere i nemici, ma bensì da l'idea di uno spazio inserito in un universo che funziona secondo determinate regole all'infuori di esso. Ricordo di essermi perso ben più di una volta, a immaginare cosa ci fosse oltre le barriere magiche che delimitavano il mondo. Ma tornando alla trama, è nel secondo capitolo che c'è stato davvero un punto di svolta. L'ingresso di Ripto, e conseguentemente di Hunter e degli altri comprimari, ha gettato le basi per una trama che non rimaneva ferma al gioco dedicato, ma evolveva con lui. Questo, unito alle mini trame legate a ogni livello, dava a Spyro 2 quella connotazione avventurosa che non...Read the whole post... |
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